Recenti studi scientifici hanno dimostrato che l'elevato aumento di pressione e temperatura causato dalla cavitazione acustica e idrodinamica attiva numerosi processi e accelera numerose reazioni chimiche.
Pertanto, il petrolio, anche quello bituminoso pesante, sottoposto a cavitazione per circa 15 minuti, potrebbe essere trasformato, in pratica, in un altro prodotto, migliorando l'omogeneità, la viscosità, la densità dell'API (American Petroleum Institute) e altre proprietà fisiche.
Questo accade perché la formazione di matrici molecolari di grandi dimensioni, matrici regolari e sistemi pseudo-polimerici gioca un ruolo importante nel processo di estrazione del petrolio, con conseguenti elevata tensione superficiale e viscosità e comportamento non newtoniano.
Qualsiasi interruzione di queste grandi associazioni molecolari, particelle, agglomerati o interazioni pseudopolimeriche porta a un'alterazione delle proprietà dell'olio.
Lin e Yen (1993) hanno crackizzato gli asfalteni, refrattari alla FCC, e hanno disattivato i catalizzatori anche in condizioni blande, utilizzando la cavitazione ultrasonica, il boroidruro di sodio come fonte di idrogeno e un tensioattivo per prevenire la ricombinazione e la sproporzione dei radicali asfaltenici.
I radicali idrogeno hanno interrotto le reazioni dei radicali liberi e delle olefine sature.
Di conseguenza, il 35% degli asfalteni è stato convertito in benzina e resine in 15 minuti. La conversione degli asfalteni in idrocarburi più leggeri è aumentata di 10 volte.
Tutto ciò implica che l'olio, dopo essere stato immesso nel Dispositivo di Potenziamento, acquisisce le caratteristiche più ricercate e pertanto potrebbe essere offerto in vendita a prezzi più elevati.
È ormai ampiamente riconosciuto che il fenomeno della cavitazione è maggiormente amplificato nei fluidi viscosi. Se il flusso di petrolio si muove ad alta velocità, facendo sì che la pressione assoluta del petrolio scenda al di sotto della tensione di vapore degli idrocarburi in esso contenuti, si verifica la cavitazione.
La cavitazione separa la fase "liquida" (idrocarburi ad alto punto di ebollizione e le loro particelle negli idrocarburi liquidi) dai gas presenti nel petrolio (gas intrappolati, vapore acqueo e vapori di idrocarburi coinvolti).
In raffineria, invece, si otterranno benefici dal cracking termico, dal cracking catalitico e dall'idrocracking.
Allo stesso modo, tutto ciò può essere applicato anche alle bioraffinerie, ai gasoli di petrolio e alle fonti di origine biologica: miscelando acqua e gasolio con cavitazione controllata, si ottiene il cosiddetto "gasolio bianco".