In questo settore, i processi produttivi con tecnologia tradizionale sono costantemente esposti a rischi, come la comparsa di difetti nella carta e inefficienze produttive causate dalla presenza di filamenti di polimeri o addirittura di agglomerati che si formano nelle zone a basso flusso, in particolare quando si combinano polimeri cationici e anionici. In casi estremi, possono anche verificarsi formazioni batteriche.
La cavitazione può rappresentare la soluzione ottimale per tutte le esigenze di emulsione e omogeneizzazione di additivi, inchiostri o cere disperse, in quanto rappresenta attualmente il sistema più efficace per disintegrare e disperdere uniformemente nelle basi liquide pigmenti sia organici che inorganici con densità uniforme superiore al 50%.
I sistemi tradizionali di miscelazione e dosaggio sono caratterizzati da elevati costi sia di implementazione che di gestione e, soprattutto, di manutenzione, poiché il deposito di sedimenti in diverse parti dell'impianto impone continui interventi.
Anche il consumo di acqua necessaria per diluire gli altri fluidi trattati è ingente, poiché questa deve essere introdotta in modo continuo, comportando inoltre il problema di un aumento dei consumi energetici dovuto alla necessità di stabilizzare continuamente i livelli termici delle matrici.
Con la cavitazione, invece, si utilizza acqua di processo, eliminando completamente, ad eccezione delle relative vasche, tutti i macchinari esterni di pretrattamento e filtrazione.
Avendo un flusso di matrice in lavorazione sempre costante e senza punti morti all'interno del nostro apparato, si elimina anche la possibilità di incrostazioni o depositi di sedimenti, riducendo così al minimo i tempi di manutenzione, garantendo una perfetta igiene, una migliore reattività delle matrici introdotte e, essendo le dimensioni dell'impianto notevolmente ridotte, qualsiasi intervento, comprese le variazioni di dosaggio, sarà praticamente immediato.
Con esperimenti condotti utilizzando cavitatori base si è riscontrato che i dosaggi degli additivi sono diminuiti di oltre il 30% mentre quelli dei ritentivi di oltre il 25% con significativi incrementi della capacità produttiva generale dell'intero impianto.